venerdì 20 giugno 2008

"Piccoli" contrattempi

Rispolverando tra gli esercizi della scuola di sceneggiatura, ho ritrovato questo piccolo esercizio sui contrattempi, scritto sotto forma di soggetto.
Onestamente spero non capiti mai a nessuno, me compreso, una cosa del genere...

Un uomo deve prendere l’aereo delle 9,30 del mattino per Parigi, dove deve presentare un progetto di lavoro. La sveglia suona alle 6 e 30. Si alza, e per guadagnare tempo si mette subito calzini e camicia. Va in cucina, prende il barattolo del caffè dallo scaffale e sistema la moka sul fornello. Nel frattempo va in bagno, dove comincia a radersi velocemente con la lametta senza neanche usare la schiuma. Un forte rumore proveniente dalla cucina lo coglie all’improvviso. Per la paura si fa un taglio vicino al labbro. Lo tampona velocemente con la carta igienica e torna in cucina. Il pavimento è completamente sporco di farina. Nel prendere il barattolo del caffè non si è accorto di aver messo in bilico il sacchetto della farina. Comincia a spazzare e non avendo scarpe ai piedi, i calzini scuri diventano bianchi. Li scuote velocemente e starnutisce. D’istinto si porta la mano al naso, facendo strusciare il polsino della camicia bianca vicino alla ferita, sporcandolo di sangue. E’ costretto a cambiarsi ma nell’armadio non ha altre camicie dello stesso colore. Vuole dare una bella impressione di sé all’incontro, dunque perde tempo a sceglierne una di un colore diverso. Opta per una grigia.

Finisce di vestirsi, si mette un cerotto alla ferita ed esce di casa. Va alla macchina parcheggiata lungo la strada ma non può partire perché qualcuno ha lasciato la macchina in doppia fila davanti alla sua. Suona il clacson per farsi sentire. Esce un’anziana signora da un bar e dopo uno scambio di offese verbali sposta la macchina. L’uomo parte e va ad imboccare la tangenziale per l’aeroporto. L’uscita però è bloccata in quanto un tir ha sbandato ed invaso l’intera carreggiata. E’ costretto a proseguire ed imboccare l’autostrada, che lascia alla prima uscita. Al casello decide di mettersi in coda per pagare con il servizio automatico ma alla barra si accorge di non avere nel portafogli la tessera prepagata. E’ costretto ad uscire in retromarcia facendo adirare non poco gli autisti in coda dietro di lui.

Superato il casello con non poche difficoltà, prende le indicazioni per l’aeroporto che segnano una distanza di 15 chilometri. Il traffico è notevole. Si scorre a passo d’uomo e sono già le 8 e 20.

Arriva al check-in alle 9 e 15 e riesce a passare avanti alle persone in coda.

Sente l’ultima chiamata per il suo volo agli altoparlanti ma ormai ce l’ha fatta. Corre verso i controlli al metal-detector dove la fila è lunghissima. Chiede uno ad uno se può passare avanti, mostrando l’orario di partenza indicato sul biglietto. Nessuno oppone resistenza e arriva agilmente al nastro di controllo.

Sono le 9 e 20. E’ fatta. L’uomo riprende i propri oggetti personali passati al controllo e si incammina verso il gate ormai senza bisogno di correre, quando improvvisamente il cane della polizia di controllo comincia ad abbaiargli. Gli agenti si insospettiscono e lo fermano. Lo perquisiscono, ma non trovando niente di sospetto lo costringono a togliersi le scarpe. I calzini dell’uomo sono per buona parte ricoperti di polvere bianca, la farina cadutagli in cucina, ma la polizia non lo allontanerà in tempo da fargli prendere il suo importante volo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' buffa la parola "contrattempi"... se il tempo non fosse qualcosa di anonimo, universale, se non fosse solo quello degli orologi ma fosse partecipe dei nostri sentimenti, dei nostri destini, dei nostri obiettivi... il contrattempo non esisterebbe...
Sarebbe troppo bello avere il tempo dalla nostra parte...
Besos :*

jacknife ha detto...

se il tempo fosse quello dei miei sentimenti, sarebbe come stare sempre ad una lezione del DESIDERI :-)))))

a parte gli scherzi, magari fosse come dici tu!!!