domenica 20 aprile 2008

Vita 2.0

Una cosa che mi da molto dispiacere, è l'atteggiamento delle persone che si piangono addosso.
Credono che il mondo ce l'abbia con loro. Credono di essere Giulio Cesare durante le idi di marzo che viene reiteratamente accoltellato a seguito della congiura delle congiure.

Ti senti alientato, incompreso e messo da parte da altre persone. Cerchi di capirne il motivo e non lo trovi. Credi semplicemente che gli altri abbiano un'avversione nei tuoi confronti. Credi che sia tutta colpa loro.
In realtà la situazione non sta proprio così. L'alienzazione e l'indifferenza nei tuoi confronti sono forse una reazione al tuo metterti da parte.

Due binari paralleli. Da una parte tu che ti chiudi, dall'altra gli altri che non ti prendono in considerazione, forse proprio perchè tu stesso dai un'immagine di te, o meglio, non dai un'immagine di te che invogli le altre persone ad avvicinartisi.

Talvolta ce la prendiamo con gli altri. Ci convinciamo che siano gli altri a volerci male. Forse dovremmo guardare prima nel nostro giardino. Guardare per notare che in fondo, qualcosina di sbagliato c'è anche lì e che non possiamo meravigliarci se l'altro non è invogliato nel venire a visitarlo.
Ci chiediamo come mai l'altro non si interessa alla nostra vita. Ma prima di criticare e di sentirsi snobbati, mi chiedo: noi abbiamo fatto di meglio? Abbiamo chiesto come stanno? No... e allora di cosa ci dobbiamo lamentare? La vita è una battaglia. Nessuno ti regala nulla. Ci deve essere condivisione, una vita 2.0, un pò come il web.
Dare la colpa all'altro è facile. E' la soluzione più semplice ed apparentemente meno dolorosa perchè evita l'autoanalisi. Alla lunga però non può che risultare la peggiore, poichè porta inevitabilmente ad offuscare la realtà dei fatti, non permettendoci di uscire dal guscio, di evolvere e di far vedere che oltre quel volto crucciato, cupo e distaccato, oltre quel silenzio e quell'indifferenza, c'è di più. Molto di più.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io non sopporto questo genere di persone. Eppure qualcuno mi dice che spesso io mi piango addosso...forse è vero. Forse no. Io non credo che gli altri non mi capiscano o che sbaglino: credo di essere sbagliata. Di non essere all'altezza. Di dare poco e in modo errato. Di non esser capace di dimostrare quello che provo e di far male volendo far bene...

jacknife ha detto...

Beh, il fatto che tu dica questo mi pare sia già un buon punto di partenza per lavorarci su, no?

Anonimo ha detto...

già...e come direbbe un cantante (riprendendo le parole di altri?) "è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare", e quando si tratta di lavorare su noi stessi, non possiamo certo delegare ad altri questo arduo compito...per cui...rimboccarsi le maniche...avanti...march!